Allora, parliamoci chiaro. Il tonno in scatola è una di quelle cose che trovi ovunque, è comodo, lo butti in un’insalata, lo infili in un panino, risolvi il pasto in due minuti. Ma il punto è: non tutti i tonni sono uguali, e anzi, ce ne sono certi che faresti meglio a evitare proprio. Perché? Perché alcuni fanno schifo, sia come sapore che come qualità.
E non parliamo solo di gusto, eh, qui c’è in ballo la provenienza, i metodi di pesca, le schifezze che ci infilano dentro. E poi, vogliamo parlare del prezzo? Perché il brutto è che a volte spendi pure di più per un prodotto che non vale nulla. Partiamo dal pesce in sé. Perché il problema grosso non è solo la qualità del tonno, ma anche da dove arriva, come lo pescano, come lo trattano.
Ci sono marche che usano tonno pescato in modo super discutibile, con metodi che distruggono l’ambiente e senza farsi troppi problemi su quello che ci mettono dentro. E qui iniziano i guai, perché alla fine chi lo mangia sei tu, e non hai idea di cosa ti stai mettendo nel piatto. Magari pensi di mangiare sano, di fare una scelta pratica e nutriente, e invece finisci per ingurgitare qualcosa che di sano ha ben poco.
La questione della pesca
Ecco, una delle cose più brutte è proprio la pesca non sostenibile. Magari non ci pensi mentre prendi la scatoletta al supermercato, ma il modo in cui lo pescano fa un’enorme differenza. Quelli più scadenti usano la pesca a strascico, che distrugge il fondale e tira su un sacco di roba che poi buttano via. Un disastro, sia per l’ambiente che per la qualità del pesce che finisce nella tua scatoletta.
E poi non dimentichiamoci della pesca illegale, che spesso non segue nessuna regola e finisce per portare nelle scatolette tonno di dubbia origine. E poi c’è il discorso della trasparenza, o meglio, della mancanza di trasparenza. Alcune marche non dicono niente su dove pescano, come lavorano il tonno, che controlli fanno.
E se non te lo dicono, di solito un motivo c’è. I marchi seri invece ti danno tutte le info, ti dicono tutto sulla pesca, sulle certificazioni, e già solo questo ti fa capire chi sta facendo le cose per bene. Perché se uno lavora in modo pulito e onesto, non ha problemi a farlo sapere ai clienti, anzi, ne fa un punto di forza.
Cosa c’è davvero nel tonno
Ma non finisce qui, perché poi c’è tutta la questione dei conservanti e degli additivi chimici. Perché ok, il tonno in scatola deve durare, ma quando ci trovi dentro roba che manco sai pronunciare, iniziano i dubbi. Alcuni conservanti alterano il sapore, cambiano la consistenza, e soprattutto, nessuno sa davvero che effetto hanno sulla salute a lungo termine. Meglio evitarli, no?
E non parliamo dell’olio di scarsa qualità che usano certe marche, che rovina completamente il gusto del tonno e lo rende solo una massa unta e insapore. E vogliamo parlare del sapore? Perché alla fine, se devi mangiare tonno che sa di cartone bagnato, tanto vale lasciar perdere. Quelli scadenti hanno un gusto spento, una consistenza molliccia, a volte pure un retrogusto strano.
E allora mi chiedo: perché dovresti rovinarti un piatto solo per aver scelto la marca sbagliata? Se fai una pasta al tonno e il sapore è inesistente o sgradevole, diventa tutto inutile. E diciamocelo, quando il tonno è buono, basta aprire la scatoletta, aggiungere un filo d’olio e te lo mangi così, senza bisogno di altro. Ma se già dall’odore senti che c’è qualcosa che non va, meglio lasciar perdere.
Pericoli per la salute
Ma il problema più grosso, quello che dovrebbe davvero farti preoccupare, è il mercurio. Sì, perché il tonno è un pesce grosso e accumula un sacco di mercurio. Se il marchio non fa controlli seri, rischi di mangiare qualcosa che, alla lunga, fa male, soprattutto se lo mangi spesso. E per chi sta aspettando un bambino o ha figli piccoli, la cosa è ancora più seria.
Nessuno vuole ritrovarsi con problemi di salute solo perché ha mangiato troppo tonno di scarsa qualità. E poi ci sta tutto il discorso dell’ambiente. Perché scegliere un tonno pescato in modo sostenibile non è solo una questione di salute, ma anche di rispetto per il pianeta. Se tutti evitassero le marche che devastano il mare, magari le cose inizierebbero a cambiare davvero.
Le risorse marine non sono infinite, e continuare a pescare senza regole porta solo a un disastro ecologico. Ok, quindi come fai a scegliere un buon tonno? Primo, leggi le etichette. Lo so, è noioso, ma se vuoi sapere cosa mangi, tocca farlo. Controlla la provenienza, i metodi di pesca, la lista degli ingredienti.
Informati per bene sul tonno
Se c’è scritto che il tonno è pescato con metodi sostenibili, già è un buon segno. Secondo, informati online. Ormai trovi recensioni su tutto, e fidati, certe marche hanno una pessima reputazione, quindi meglio dare un’occhiata prima di comprare. Anche leggere i commenti di altri consumatori può darti un’idea chiara di cosa aspettarti. Terzo, prova più marche. Perché alla fine il gusto è soggettivo, e l’unico modo per capire quale ti piace davvero è assaggiarne diversi e vedere quale ti convince di più.
Magari scopri che un tonno meno conosciuto è molto meglio di quelli famosi. Alla fine della fiera, scegliere un buon tonno non è così complicato. Basta un po’ di attenzione, un minimo di sbatti nel leggere le info giuste, e già sei a metà dell’opera. E una volta che trovi quello giusto, non torni più indietro. Perché quando assaggi un tonno di qualità, capisci subito la differenza e non vuoi più accontentarti di prodotti scadenti.