Il tonno in scatola fa male? Ecco la marca che fa male al cuore, alle ossa e agli occhi

Quando sei sempre di corsa, tra lavoro, impegni vari, la casa da sistemare, magari anche i figli da gestire, chi ha voglia di mettersi ai fornelli per cucinare qualcosa di elaborato? Alla fine si finisce per buttarsi su cose pratiche, veloci, che non richiedono troppi sbattimenti. E il tonno in scatola è proprio una di quelle cose che risolvono un pasto al volo.

Lo butti in un’insalata, lo mescoli con un po’ di pasta, magari ci fai un panino e sei a posto. Però poi ogni tanto salta fuori qualcuno che dice che alcuni prodotti fanno male, che contengono schifezze, che bisognerebbe starci attenti. E quindi il dubbio viene: ma sto benedetto tonno in scatola fa davvero male?

Il punto è che quando si parla di cibo confezionato c’è sempre quel sospetto, no? Come se tutto quello che non è fresco avesse dentro chissà cosa. E in parte è pure vero, perché alcuni prodotti hanno conservanti, additivi, ingredienti di qualità discutibile. Ecco, il tonno è uno di quegli alimenti che tutti danno per scontato che faccia bene perché è pesce, ha gli omega-3, è proteico… e invece non è così semplice.

La qualità del tonno che scegli

Dipende dalla qualità. Perché non tutto il tonno è uguale e ci sono marche che vendono roba non proprio salutare. Uno dei problemi principali è il sodio. Magari uno non ci fa caso, perché una scatoletta ogni tanto che vuoi che sia, ma se lo mangi spesso e prendi quello sbagliato, ti ritrovi a ingurgitare un sacco di sale senza nemmeno accorgertene.

Alcuni tonni in scatola ne contengono quantità esagerate, e troppo sodio significa pressione alta, ritenzione idrica, problemi al cuore. Poi ci sono gli additivi, perché per rendere il tonno più saporito o conservarlo meglio, alcune marche ci infilano dentro robe che sarebbe meglio evitare. Il problema è che a meno che tu non stia lì a leggere tutte le etichette, spesso non te ne accorgi neanche.

E poi c’è il discorso della qualità del pesce. Perché ok, il tonno è sano, ma solo se proviene da una pesca controllata e se viene trattato nel modo giusto. Se invece è pieno di mercurio o altre sostanze tossiche, diventa un problema. E il mercurio non è una cosa da sottovalutare, perché si accumula nel corpo e può avere effetti negativi su tante cose: dalla vista alle ossa, fino al sistema nervoso.

Come incide l’olio

Insomma, non roba da poco. Un altro dettaglio che fa la differenza è l’olio. Perché il tonno in scatola non è tutto uguale: c’è quello conservato in olio di oliva e quello in oli di qualità discutibile. E fidati, cambia parecchio. Meglio scegliere quello in olio d’oliva o, ancora meglio, quello al naturale. Così almeno sai esattamente cosa ci stai mettendo dentro al corpo.

E già che ci siamo, sarebbe anche il caso di scegliere marche che garantiscono una pesca sostenibile. Non solo per una questione etica, che comunque è importante, ma anche perché i pesci pescati con metodi più controllati tendono a essere meno contaminati. Poi diciamolo, il tonno in scatola è comodo e buono, ma mangiarlo tutti i giorni non è proprio il massimo.

L’ideale sarebbe alternarlo con altri pesci, magari quelli meno a rischio contaminazione, tipo sgombro o salmone. Perché alla fine la cosa fondamentale è variare l’alimentazione. Mangiare sempre la stessa cosa, anche se è considerata sana, alla lunga può creare problemi. E il tonno, con tutto quello che si porta dietro, meglio non esagerare.

Controlla bene l’etichetta

Un’altra cosa che facciamo spesso senza pensarci è prendere la prima scatoletta che capita al supermercato, senza guardare troppo l’etichetta. Invece sarebbe una buona abitudine fermarsi un attimo e controllare cosa c’è scritto. Le informazioni sulla confezione dicono tanto sulla qualità del prodotto: quantità di sodio, presenza di additivi, certificazioni di pesca sostenibile.

Alla fine non è questione di demonizzare un alimento, ma di mangiarlo con consapevolezza. Il tonno in scatola non è il male assoluto, ma bisogna scegliere bene. Se lo prendi di buona qualità, lo consumi con moderazione e fai attenzione agli ingredienti, puoi tranquillamente continuare a mangiarlo senza troppe paranoie.

Il problema è quando diventa un’abitudine fissa e magari si sceglie quello peggiore sullo scaffale. Quindi, se vuoi continuare a mangiarlo senza preoccuparti troppo, la cosa migliore è informarsi un minimo, scegliere quello giusto e non abusarne. E magari ogni tanto provare alternative più sane e sicure, perché il mercato offre un sacco di opzioni e non c’è bisogno di fossilizzarsi sempre sulle stesse cose. Un po’ di attenzione in più e ci si può godere il tonno senza troppi pensieri.

E per concludere

Insomma, il tonno in scatola va benissimo, è comodo, pratico e pure buono, ma come per tutto ci vuole un minimo di attenzione. Non è che si può mangiare a cuor leggero qualsiasi cosa senza guardare cosa c’è dentro. Basta scegliere una marca decente, non esagerare con le quantità e magari non mangiarlo sette giorni su sette. Alla fine, variare fa sempre bene, anche perché ci sono un sacco di altri pesci che si possono mangiare senza stare a preoccuparsi troppo di mercurio e conservanti vari.

Ecco, tutto qui. Non serve farsi prendere dal panico e pensare che il tonno in scatola sia veleno, ma neanche buttarlo giù senza pensarci. Un po’ di equilibrio, qualche accortezza, e ci si può godere il tonno senza ansie inutili. Tanto, alla fine, come sempre, la soluzione è la solita: mangiare un po’ di tutto, senza esagerare con niente.

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