Come bagnare le orchidee: il metodo innovativo del giardiniere

Bagnare le orchidee è una condizione necessaria ma anche un potenziale fattore di rischio, elemento che deve essere considerato da parte di tutti coloro che sono divenuti amanti di questi bellissimi fiori, che presentano una condizione delicata. Sono conosciute le origini delle orchidee che restano sempre un po’ “selvatiche” seppur domesticate.

L’irrigazione, che è fondamentale per tutte le piante, non lo è di meno per questa specie, che conta svariate centinaia in natura (ma solo poche decine sono effettivamente state adattate ai contesti umani, come quelli urbani). In generale le orchidee sono fiori accessibili nelle cure da chiunque a patto di rispettarne le condizioni.

Imparare a bagnare le orchidee è una delle operazioni preliminari, se non viene effettuata correttamente l’irrigazione può diventare un problema impossibile da risolvere e può causare il decesso della pianta ancitipatamente. Esiste un metodo molto utile e facile da impiegare per simulare una irrigazione naturale e quindi non danneggiare l’orchidea.

La natura delle orchidee

Le orchidee sono contraddistinte da numerose versioni e tipologie, tutte quelle che possiamo coltivare o acquistare, risultano essere legate ad un contesto di profonda appartenenza alla selezione. In natura infatti le orchidee sono per evoluzione abituate a vivere in ambienti mediamente molto tranquilli, dalle temperature costanti e dall’umidità medio alta.

Spesso infatti si trovano a ridosso o sotto delle piante tropicali molto più grandi, per questo può essere difficile replicare una situazione simile. L’equilibrio tra le parti è il segreto per garantire una buona vita all’orchidea, a partire dal posizionalmento fino all’irrigazione che deve essere “giusta” nella frequenza e nella quantità di acqua.

La pianta stessa attraverso le proprie parti evidenzia una condizione di necessità di acqua o meno, a partire dalle radici sia interne che esterne, queste devono avere una consistenza piena e turgida, altrimenti una condizione più secca e debole può evidenziare la presenza eccessiva o non sufficiente di acqua al suo interno.

Di quanta acqua ha bisogno l’orchidea

Ogni pianta necessita di umidità, l’orchidea non è una eccezione: mediamente in estate, se la teniamo in casa mantenere il substrato abbastanza umido ma mai eccessivamente bagnato, risulta essere possibile occupandosene almeno una volta a settimana, tempistica che può ridursi nel corso dei mesi, in inverno si può scegliere di irrigare anche una volta al mese.

Generalmente va bene l’acqua tradizioname anche se sarebbe bene evitare quella troppo “dura” ovvero troppo ricca di calcare, al tempo stesso mai impiegare acqua troppo fredda o calda, ma fare ricorso alla temperatura ambiente. Così come è importante verificare lo stato del terriccio che deve essere sempre molto drenante, non a caso viene impiegato un tipo di substrato specifico.

Il terriccio delle orchidee deve essere rinnovato almeno ogni 2 anni altrimenti può perdere di capacità drenante. Una orchidea che non è in grado di drenare acqua compromette in modo netto la vita della pianta, perchè ciò che può danneggiarla più facilmente è un eccesso d’acqua, da qui il metodo dell’immersione considerato eccellente.

Come bagnare l’orchidea

Non è mai consigliabile bagnare direttamente la pianta dall’alto, questo potrebbe portare l’orchidea a marcire nelle sue parti, per cui possiamo decidere di sfruttare la “scelta” della pianta così da non eccedere nella quantità. La tecnica dell’immersione fa sfruttata impiegando una bacinella piena di acqua a temperatura ambiente abbastanza colma da arrivare a bagnare il vaso senza riuscire ad andare oltre.

Possiamo scegliere di immergere l’orchidea per almeno un quarto d’ora, almeno fino a quando la pianta non avrà raccolto sufficiente acqua al suo interno. Come detto il substrato delle orchidee è particolare, formato da parti di corteccia e terriccio così da apportare una buona quantità di nutrienti senza essere un peso per la pianta.

Dopo il tempo di immersione la pianta va lasciata in alto in modo che possa sgocciolare l’acqua che l’orchidea ha scelto di non mantenere al suo interno. Dopo aver adempiuto a questa operazione conviene svuotare completamente il sottovaso per evitare di generare marciume presso le radici, vero problema comune per queste piante.

Altri consigli

Per i principianti conviene fare ricorso almeno all’inizio a vasi trasparenti: infatti le radici interne sono indicative della salute della pianta come anticipato poco sopra, queste devono essere sempre di colore chiaro tendente al verde, altrimenti possono essere sintomo di una condizione non adatta in termini di esposizione e nutrizione.

Attenzione a tenere l’orchidea in luoghi tranquilli della casa, evitando locazioni molto secche e disposte ad essere costantemente sotto vibrazioni o cambi di temperatura, quindi non in parti della casa accanto ad elettrodomestici come riscaldamenti vari ma anche condizionatori. La temperatura media deve essere sempre regolarizzata, e non superare i 30 gradi ma neanche scendere sotto i 15 gradi.

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