Quando molti dicono che i giovani sono dei nullafacenti, bisognerebbe sempre mostrare con dati alla mano esattamente il fatto che proprio i giovani stanno riportando in auge un’attività lavorativa che per anni ha rappresentato per l’Italia la principale fonte di sostentamento economico: il lavoro nei campi, quindi la tanto bistrattata agricoltura.
Negli ultimi anni si è evidenziato un forte attaccamento nei confronti della terra, mostrando anche come si possa avviare un processo di indirizzamento verso la tecnologia e il miglioramento dei macchinari e dei sistemi operativi, verso l’avanguardia e il futuro anche spesso sostenibile. Un obiettivo che solo un giovane potrebbe mettere in sesto.
Ma la cosa che davvero fa rallegrare è il forte coinvolgimento che si palesa quando siamo in presenza di giovani nei confronti di terreni dismessi, abbondonati e che magari hanno una produttività stellare, inaudita, incredibile. Un terreno fertile può essere una fonte di guadagno inesauribile e i giovani di oggi questo lo hanno capito.
Perché il ritorno alla terra?
Oggigiorno trovare il cosiddetto posto fisso a livello lavorativo è praticamente impossibile. Molti giovani, finita l’università, dopo tanti sacrifici tra studio meticoloso e magari qualche lavoretto per mantenersi e coprire le spese, si cimentano in un vero e proprio capovolgimento di scena, procedendo verso una strada, che magari in passato non avrebbero mai contemplato.
Quella della coltivazione della terra è una scelta di vita, che sicuramente richiede molto coraggio, ma che del resto è proprio insita nell’animo degli italiani, ma dell’uomo in generale possiamo anche azzardare a dire. E per questo motivo è chiarissimo quanto sia indispensabile operare in virtù della terra in primis, ma anche del proprio portafoglio.
Mettiamo anche nel calderone delle motivazioni che i giovani sono molto tecnologici e amano sperimentare, sono curiosi, vogliono lanciarsi in cose proibitive ma che possono dare guadagni assicurati. E mentre loro sognano e progettano nascono allo stesso tempo bonus e agevolazioni fiscali pensati e realizzati proprio per dare una mano ai giovani imprenditori.
Le terre abbondante, il vero mercato di oggi
E si comincia a cercare da dove…cominciare! Si deve quindi individuare il terreno che si rifa in particolar modo alle proprie esigenze. Quello che si adatta meglio alla sperimentazione e alla coltivazione; ma non è detto che il terreno deve essere usato solo ed esclusivamente per la coltivazione di ortaggi.
Infatti, alla luce del fatto che molti terreni dopo essere stati abbandonati per decenni potrebbero avere perduto la loro fertilità, questi possono essere tuttavia convertiti, destinando la loro funzione ad altro, come ad esempio al pascolo, ma anche ad attività di altro tipo. Mi viene da pensare alle attività ludiche.
Molti terreni hanno visto sorgere parchi, zone destinate al pic nic, piccoli aree di ristoro, ma anche agriturismi con funzione multidisciplinare, magari invogliando le famiglie o le scuole, che sono attratte dall’idea di trascorrere una giornata all’insegna della natura, mangiando e conoscendo animali, zone destinate all’agricoltura sostenibile o anche quella più particolare e incredibilmente redditizia della produzione delle erbe aromatiche.
La sostenibilità prima di tutto
E’ quello a cui si punta: progettare un futuro legato alla terra, ma che sia innanzitutto innovativo, dove però innovazione deve fare anche rima con sostenibilità, che del resto è quello a cui si avvicina la politica di tutte le attività produttive oggi giorno, un modo per essere in linea con i bisogni del nostro pianeta.
Ma c’è un dettaglio che chiaramente sfugge: sostenibilità significa sicuramente dare avvio, o modificare è chiaro, un’attività spendendo anche tanto capitale, ma con il ritorno di un importo economico di tutto rispetto, che ci aiuterebbe a pensare alla vita in modo più sano e appunto sostenibile. Se ci pensi del resto, basta davvero poco per cominciare.
I terreni tra l’altro oggi non hanno costi incredibilmente esosi, e poterne acquistare uno abbandonato facendosi aiutare anche dallo Stato italiano, richiedendo aiuti e agevolazioni, renderebbe l’acquisto ancora meno problematico e meno costoso. Bisogna solo individuare come procedere e cercare anche l’appiglio migliore per non fare passi falsi: tenersi informati è il punto cardine.
Coltivazione, ma non solo!
Lo abbiamo detto, non c’è un obbligo fisso per cui un terreno debba essere considerato solo in funzione della coltivazione. I modi per poterlo usare sono miriadi, basta solo capire cosa si vuole davvero inventare, cosa serve nella tua zona e cosa può funzionare, perché è quello che conta in particolar modo.
Oggi, investire sull’acquisto di un terreno può cambiarti la vita, e può darti un lavoro, un requisito che non è sempre così scontato e che non è facilmente incoraggiante, come nel caso del ritorno alle origini. E c’è appunto questo elemento, il legame alla terra, secondo una tradizione che dai tempi dei tempi lega l’uomo alla terra, unica fonte di sostentamento per millenni e che adesso conosce un nuovo momento di ascesa. Speriamo bene.